Utili o inutili

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Gli idioti siamo noi, noi elettori. Perché quando un tizio si candida a segretario di partito giurando  fedeltà al suo governo per poi abbatterlo come abbiamo visto fare, significa che la parola pubblicamente offerta è solo inganno, raggiro, truffa. Ed era una parola rivolta agli elettori del suo partito, ai fedelissimi, agli affezionati che la domenica pagano per votare anziché farsi un giro in centro. Trattati appunto come idioti, utili a gonfiare la propria carriera politica (e pure pagando!) e nulla più. Ed inutili il giorno dopo, quando si progetta la prossima fandonia da ammannir loro.

Nel comportamento di tal M.R. c’è tutto il disprezzo degli arrivisti arrivati nei confronti degli sfigati che ancora credono alla parola data, a quel minimo di solidarietà fra esseri umani che sta nel potersi fidare dell’altro almeno per un mese, un mese e mezzo.

M.R. è quel broker che rifila titoli spazzatura, l’agente immobiliare che vende una casa pignorata, il concessionario che bara sui chilometri dell’auto usata.

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