Report e il nucleare.

Come ogni domenica, la puntata serale di Report mi ha inflitto il consueto pugno allo stomaco. Agghiaccianti le parole di Scajola sul nucleare, che riporto a memoria ma quasi letteralmente: “sara’ il privato che vuole costruire la centrale nucleare a scegliere il sito dove farla fra quelli indicati dalla commissione scientifica governativa”. E l’intervistatore aggiunge che la legge prevede che il governo possa commissariare gli enti locali che si oppongono alla costruzione sul proprio territorio delle centrali medesime. Tartufescamente il ministro afferma di non ricordarsi di quella norma. Strani ministri che abbiamo: scrivono leggi e decreti ma non ne conoscono mai esattamente il testo. Abbiamo comunque appreso due cose:

1. saranno imprese private a costruire le centrali nucleari.

2. gli enti locali (regioni, province e comuni) non potranno opporsi alla dislocazione sul loro territorio degli impianti.

Chi ha memoria (lunga ma non lunghissima) ricorda che per legittimare i progetti nucleari viene sistematicamente invocato l’esempio francese che produce piu’ della meta’ della propria energia elettrica da nucleare. Ma bisogna anche ricordare due cose importanti:

1. la Francia e’ una potenza nucleare militare e quindi ha una industria nucleare militare.

2. le centrali nucleari francesi sono state costruite da una agenzia statale e sono tutte piu’ o meno uguali.

Questi due punti hanno riflessi che vale la pena di sottolineare.

La tecnologia nucleare militare fornisce automaticamente, come sottoprodotto, sia il combustibile che buona parte del know how necessario a far funzionare le centrali. Si tratta di due elementi che abbattono sensibilmente i costi. Infatti le potenze nucleari, per esempio, hanno siti di stoccaggio delle scorie fatti per la produzione degli ordigni ed adattabili facilmente alle scorie da nucleare civile. Formare personale tecnico costa meno, perche’ si istruiscono simultaneamente i tecnici per il militare e per il civile.

Affidando la costruzione delle centrali ad una azienda statale la Francia ha abbattuto sensibilmente i costi perche’ i problemi tecnici si presentano allo stesso modo in tutte gli impianti e le soluzioni che si trovano in una vanno bene in tutte le altre. La progettazione unificata, e’ evidente, riduce i costi. Questo e’ il principale motivo per cui, nel complesso, il sistema francese si e’ rivelato migliore di quello americano. Negli Stati Uniti, infatti, le centrali nucleari sono costruite da privati, ognuno con proprio progetto e con propri brevetti, e cio’ ha provocato una dispersione di risorse per via progettazioni differenziate e della proliferazione di guasti di ogni tipo.

Ma la trasmissione di ieri sera ha evidenziato in maniera inequivocabile come i costi del nucleare siano assolutamente intollerabili. Lo smaltimento delle scorie, la messa in sicurezzza degli impianti dismessi (che hanno una vita media di alcune decine di anni e non di piu’), la formazione del personale tecnico addetto alla semplice sorveglianza hanno un peso economico insostenibile. Negli anni 50, 60 e 70 l’incoscienza su tale materia consenti’ di avviare programmi nucleari civili che oggi sarebbe assolutamente folle prendere in considerazione. Ed infatti nessun paese avanzato (Stati Uniti in primis) pensa di affrontare il problema energetico con le centrali nucleari.

L’America punta sui biocombustibili e si stanno avviando progetti per produrre energia a partire dalle alghe. Noi che siamo circondati dal mare, e di alghe ne potremmo coltivare a volonta’, pensiamo alle centrali nucleari.

Diciamolo una volta per tutte. L’idea di produrre energia dal nucleare venne alle potenze nucleari militari perche’ esse avevano il know how necessario ed il combustibile gratis (come sottoprodotto della tecnologia bellica) per cui i programmi civili risultavano essere (o meglio, sembravano essere) una sorta di ammortizzatore economico dei costi spaventosi della corsa agli armamenti.

Ma anche tali paesi sono ora consapevoli che la produzione di energia da nucleare e’ assolutamente antieconomica e pone problemi di sicurezza e sanitari irrisolvibili. Senza contare che il combustibile non e’ una fonte rinnovabile e quando noi avremo le centrali (se mai le avremo) sara’ finito o comunque costosissimo.

L’italia ha liberalizzato il mercato dell’energia, che puo’ essere prodotta da chiunque e venduta sul mercato; al tempo stesso prevede di aprire ai privati la possibilita’ di produrre energia da nucleare. Cio’ significa che chi costruira’ gli impianti per vendere energia dovra’ farlo a prezzi di mercato, in competizione con chi la produce da fonti tradizionali o alernative. Ognuno di noi ne comprende le conseguenze: la sicurezza, il rispetto della salute dei lavoratori e delle popolazioni passeranno in secondo piano davanti all’esigenza di contenere i costi. Con tutte quello che ne consegue in un paese densamente abitato come il nostro dove, fra l’altro, si muore giornalmente per lavori qualsiasi come il muratore o il netturbino.

Sono sinceramente agghiacciato.

Dico chiaramente anche un’altra cosa, da uomo di scienza: la speranza che il sapere, la conoscenza , lo studio, potessero fornire una fonte di energia inesauribile, tale da risolvere tanti problemi dell’umanita’ e’ una idea di grande suggestione, il vero sogno dello scienziato. Ed in un certo momento della storia recente la tecnologia nucleare ha illuso molti che tale risultato fosse a un passo. Che la scienza poteva dare risposte vere ai problemi di tutti partendo dalla celebre equazione einsteiniana E=mc^2. MA NON E’ COSI’. Purtroppo non e’ cosi’ e ci si deve rassegnare. Forse un giorno la fisica delle alte energie potra’ fornire strumenti nuovi, completamente diversi ed in grado di fornirci energia sicura, economica, abbondante ed alla portata di tutti. Ma per adesso no: il nucleare civile, per come lo conosciamo, non e’ la risposta giusta. L’energia va prodotta in altri modi, piu’ semplici ed economici. Prendiamo esempio dagli altri, dagli Stati Uniti. Produciamo energia da biocombustibili, dalle alghe.

PS: Ho una segreta speranza: che, ad onta della volonta’ del governo, nessuna impresa privata si avventuri nel progetto di costruire una centrale nucleare.

2 Responses to Report e il nucleare.

  1. maria ha detto:

    Era tanto agghiacciante quello che veniva detto su Report, che ad un certo punto sono andata a vedere Montalbano.
    Sono anch’io sconvolta dalla possibilità di un “nucleare privato”, e dalla banalità con cui ministri e faccendieri si potrebbero intortare in appalti e concessioni, come se si trattasse di cemento. Lo sai che in Liguria, patria di Scajola, vengono date concessioni edilizie (S.Remo) su terreni ad alto rischio (certificato) di frane e smottamenti? Cosa vuoi che sia!
    Tanta confusione degli ambientalisti che frena le magnifiche sorti e progressive…
    Tanti pavidi scrupoli! Si deciderà dopo, dove e come smaltire!
    Nascerà il Partito del Nucleare? Così come esiste già il Partito del Cemento.
    Ma,Cristo, non abbiamo imparato abbastanza dalla questione dell’amianto, per cui la gente continua a morire di tumori che si risvegliano 30 anni dopo?

  2. sandrozagatti ha detto:

    Tutto il mondo sta abbandonando il nucleare (anche la Francia). Chi ha le centrali le fa funzionare in attesa di spegnerle e chiuderle. Ma nessuno ne costruisce. Tant’è che quando in Iran parlano di centrifughe per arricchire l’uranio a scopi civili nessuno ci crede. Perchè è una cosa senza senso.

    La superficialità con la quale si pensa di riesumare il nucleare da noi è terrificante. Ieri Report ha mostrato le procedura cui si viene sottoposti entrando o uscendo da luoghi contaminati, come se esse venissero effettivamente rispettate.

    In realtà tutti sanno che non è assolutamente così, che manovrare materiale radioattivo seguendo i protocolli significa non lavorare pe nulla. Tutti sanno che, in linea di principio, che non si dovrebbe entrare a contatto non solo con il materiale fissile, ma anche con l’aria che è entrata a contatto con esso.

    In occasione dell’ultimo incidente nucleare in Giappone si seppe che si verificò perchè un operaio che stava sversado uranio DA UN SECCHIO perse l’equilibrio.

    E’ quello che succedeva e succede abitualmente nelle centrali, dove gli operai maneggiano le barre a mano (esattamente come faceva Fermi nel suo primo famoso esperimento di Detroit). Negli anni 40, 50 e 60 non si era consapevoli dei rischi che ciò comportava e per quello furono fatte le centrali. Poi si è andati avanti per inerzia, senza rendersi conto che mantenere gli impianti adeguando le misure di sicurezza ha fatto esplodere i costi.

    Mi chiedo chi può far parte di un partito del nucleare. Chiunque sia o è disinformato o è in malafede.

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